Mandrake 9.0 Standard Edition - valutazioni |
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Wednesday, 12 September 2007 09:34 | |||||||
Modalità di installazioneTempi e modalità di acquisizioneTempi di installazioneTempi di avviamento e caratteristiche dell'interfaccia utenteCaratteristiche Hw richiesteDifficoltà nell'installazioneEsistenza, qualità e completezza della documentazionePossibilità di assistenza on-lineCosa ne pensiamoModalità di installazioneDopo aver acquisito i CD si può iniziare con l'installazione. La procedura è realmente molto semplice e richiede pochissime competenze tecniche, in relazione alla classe di installazione scelta. Tuttavia, per un utente alle prime armi è consigliata la lettura della documentazione, in particolare la Guida rapida. La procedura di installazione, utilizza un tool grafico chiamato DrakX. Esso consente diverse modalità di installazione:
In quest'ultima modalità sono mostrate più opzioni durante i vari passi, comunque accessibili anche nelle altre modalità premendo dei pulsanti appositi. L'unica funzionalità presente solo in in questa modalità è la fornitura di moduli particolari per il kernel, equivalente più o meno ai driver di Windows. Quella predefinita è la prima. Per accedere alle altre è necessario premere il tasto F1 nella prima schermata e seguire le istruzioni. Per la descrizione delle diverse classi di installazione, si rimanda alla pagina della guida. L'interfaccia grafica di installazione è strutturata in due colonne. Quella di sinistra mostra l'elenco dei vari passi della procedura evidenziondo quello corrente, mentre nella parte destra compare una finestra di dialogo ove si può interagire per inserire informazioni. È possibile scegliere tra circa 80 lingue diverse per l'installazione. Le informazioni richieste sono veramente poche ed in forma molto semplificata. L'unica operazione che può disorientare un utente inesperto o proveniente da Windows (dove solitamente non è richiesto) è il partizionamento del disco fisso. DrakX dispone all'uopo di un tool grafico molto semplice da utilizzare e chiaro nella visualizzazione delle informazioni, che consente tra l'altro di effettuare il partizionamento in modo automatico. I più esperti, con la pressione dei tasti Ctrl+Alt+F1, potranno aprire in qualsiasi momento una console da cui interagire col sistema (ad esempio per partizionare il disco da console tramite fdisk). Da non sottovalutare la possibilità di utilizzare file system journaled (sono supportati ReiserFS, JFS, XFS ed Ext3), le cui caratteristiche riducono enormemente i rischi di danni al file system in caso di brusche interruzioni del lavoro (sospensione dell'alimentazione elettrica), né quella di gestire via software i dischi con RAID (Redundant Array of Inexpensive Disks) o LVM (Logical Volume Manager). Per la scelta dei pacchetti si possono selezionare gruppi di applicativi con funzionalità simili o scegliere singoli pacchetti dal fornitissimo elenco. Per il test si è scelto di mantenere la scelta di default per poterla valutare. Benchè la scelta dei pacchetti in generale mostra la vocazione desktop del prodotto ed un suo utilizzo da parte di un utente generico, fornendo prodotti di produttività personale ed escludendo servizi server, c'è qualche eccezione. È stato inserito Postfix un server di posta, mentre la maggior parte della documentazione non è stata inserita. Inoltre non figura nella scelta dei pacchetti di default il servizio Samba, che consente di interagire con Windows. Considerato che la stragrande maggioranza dei nuovi utenti proviene (e probabilmente ha necessità di continuare a lavorare) con Windows, questa scelta non è condivisibile. In quest'ottica è probabilmente orientata la decisione di prevedere solo pochi comandi testuali e di non inserire Gcc, un compilatore per C, C++ ed altri linguaggi di programmazione. Stupisce la quasi totale assenza di giochi, probabilmente pensando più ad un utilizzo professionale che casalingo. Inoltre non sono presenti efficienti strumenti di amministrazione come Linuxconf e Webmin, probabilmente per orientare gli utenti verso l'utilizzo di strumenti specifici della distribuzione e fidelizzarli. E' evidente che comunque è possibile effettuare scelte diverse utilizzando l'interfaccia di installazione o, con meno semplicità, in seguito. Durante l'installazione è stata installata una stampante di rete utilizzando CUPS e tutto ha funzionato regolarmente. CUPS dispone di un database di driver molto fornito e comunque è possibile fornire driver esterni. Un aspetto delicato è l'installazione del bootloader. Se sul computer sono presenti altri sistemi operativi normalmente DrakX li rileva e li inserisce nell'elenco da mostrare al boot. Tuttavia è sempre consigliabile la creazione di un dischetto di avvio che consente di avviare GNU/linux da floppy e cercare di correggere eventuali errori. Un'opzione interessante per un amministratore di sistema è quella, alla fine del processo, di preparare un floppy allo scopo di clonare l'installazione su altri computer o anche solo salvare la scelta dei pacchetti. Tempi di e modalità di acquisizionePer l'acquisizione si possono seguire diverse modalità. Nel caso si disponga di una connessione veloce è possibile scaricarla direttamente da Internet. Altrimenti, data la sua diffusione, non appena rilasciata una nuova versione, i CD sono allegati alle principali riviste dedicate al mondo Linux. E' inoltre possibile acquistare i CD presso il sito Mandrake o presso un negozio specializzato.. In questo caso si ottiene anche un supporto su web per 30 giorni e una guida veloce per l'installazione e si contribuisce ai successivi sviluppi della distribuzione che, essendo OpenSource, vive dei proventi delle vendite di CD e supporto e di contribuzioni volontarie di privati. L'installazione su un Pentium III 550 ha richiesto circa 40 minuti compreso il tempo per leggere le note esplicative e brevi riflessioni per le scelte richieste. L'occupazione su disco è stata di poco più di un GB. Tempi di avviamento e caratteristiche dell'interfaccia utenteIn sede di installazione è possibile scegliere se avviare il sistema operativo in modalità testuale o grafica, anche se naturalmente è sempre possibile passare da una all'altra. Se si opta per quella grafica, terminato il caricamento del sistema operativo al boot, appare una maschera in cui va inserito il nome utente e la password e dove si può scegliere il tipo di interfaccia grafica.
Mantenendo la scelta di default in sede di installazione, nella maschera di autenticazione si ha la possibilità di scegliere tra KDE, Gnome ed il W.M. IceWM. Una volta autenticati, il menù di avvio consente di utilizzare anche il Window Manager TWM. Immediatamente dopo la prima autenticazione di un utente, parte un wizard che consente di configurare l'aspetto del desktop, i dati relativi alla propria e-mail (purtroppo solo relativamente al client di posta Kmail) e di memorizzare i propri datipersonali utlizzabili all'interno delle applicazioni. Mandrake è una distribuzione particolarmente orientata al desktop. Sia in sede di installazione che nell'utilizzo successivo, la distribuzione fornisce comodi strumenti di configurazione che consentono di effettuare numerose configurazioni anche ad un utente non particolarmente esperto. In particolare Mandrake ha inserito nella distribuzione un pannello di controllo denominato Centro di controllo Mandrake. Potrebbe sembrare sovrabbondante, visto che sia KDE che Gnome sono dotati di un proprio pannello di controllo. In realtà Mandrake è intervenuta in ambiti in cui gli altri pannelli di controllo presentavano delle lacune, colmandole in modo esemplare. Il pannello è realizzato modularmente, e le applicazioni che lo compongono possono essere avviate indipendentemente. Tra queste troviamo:
L'elenco termina qui, ma in realtà potrebbe essere molto più lungo. Centro di controllo Mandrake è uno strumento molto ricco di funzionalità che a volte avrebbero come unica alternativa la riga di comando. La semplicità d'uso lo rende se non indispensabile certamente molto utile per gli utenti non abituati ad un'interfaccia testuale. Comunque nei CDROM sono presenti anche strumenti grafici di configurazione standard come Linuxconf e Webmin. Un aspetto importante per un utente inesperto è poter disporre di menù di avvio intuitivi. Mandrake ha fatto un buon lavoro in questa direzione, proseguendo quanto intrapreso nelle versioni precedenti. I sottomenù raggruppano i programmi in base alle funzionalità ed è presente anche un sottomenù (per il momento molto ridotto, ma potrebbe essere utile ampliarlo nelle prossime versioni...) che consente di scegliere un'azione da compiere ed aprire conseguentemente il programma che la realizza. Inoltre (caso pressochè unico) i menù sono coerenti nei vari WM, se si escludono i sottomenù Gnome e KDE presenti solo nelle interfaccie omonime. L'installazione di un applicativo era qualche tempo fa un'operazione non alla portata di tutti, in quanto richiedeva di compilare i sorgenti del software desiderato e copiare i file binari ottenuti nelle directory appropriate del file system. Attualmente poche distribuzioni hanno mantenuto come sistema preferenziale l'installazione del software dai sorgenti. La quasi totalità utilizza sistemi a pacchetti. Mandrake, nata da una costola di RedHat®, ha ereditato da questa l'utilizzo dei pacchetti RPM. Qualche anno fa RedHat ha creato i pacchetti RPM (RedHat Package Manager), archivi che contengono i file sorgenti o binari, più altri file di informazione necessari all'installazione di un applicativo. L'installazione risulta così molto semplificata, in quanto un apposito programma si occupa di gestire le varie fasi dell'installazione e di segnalare all'utente eventuali problemi. Benché esistano tool a linea di comando per l'installazione dei pacchetti RPM, le distribuzioni che li utilizzano solitamente forniscono tool grafici che semplificano l'interfaccia verso l'utente. RPMDrake è lo strumento che Mandrake fornisce per installare e rimuovere pacchetti RPM. Per semplificare ulteriormente tali operazioni, è possibile tramite un apposito strumento impostare le fonti (i siti web o cartelle locali) da cui prelevare i pacchetti. In tal modo, la procedura di installazione del pacchetto desiderato e la gestione di conflitti e dipendenze da altri pacchetti è gestita in maniera completamente automatica da RPMDrake che si incarica di scaricare i pacchetti necessari. Tra gli accorgimenti che Mandrake utilizza per semplificare la gestione del sistema, è da ricordare la configurazione di lettori di cdrom e floppy per il cosiddetto automount. E' opportuno aprire una breve parentesi. A differenza di Windows in cui ogni untà di memoria è gestita con un file system separato, in Linux per avere accesso a tutti i file system dei dispositivi di memoria secondari (dischi aggiuntivi, cdrom, floppy, ...) è necessario innestarli ("montarli") sul file system principale. Si comprende che per i dischi rimovibili (cdrom, floppy, dvdrom, ...) la situazione non è molto agevole perchè richiede l'innesto prima di utilizzare il supporto ed il disinnesto al termine dell'utilizzo. La configurazione predisposta da Mandrake consente di effettuare l'innesto ed il disinnesto automaticamente all'inserimento ed all'espulsione (purchè non siano ancora in uso) dei dischi rimovibili. Caratteristiche hardware richiesteMandrake è ottimizzata per processori della classe Pentium o equivalenti. Pertanto non è adatta per chi volesse recuperare hardware più datata. Per installare solamente l'interfaccia a linea di comando sono richiesti circa 100MB, mentre un'installazione con interfaccia grafica ed una dotazione software completa richiede circa 2GB. Inoltre è richiesta una dotazione RAM di almeno 64MB. Difficoltà nell'installazioneMandrake è forse la distribuzione GNU/Linux più amichevole. La procedura di installazione è relmente semplice e con ottima probabilità di successo nel riconoscimento e configurazione dell'hardware. Certamente l'installazione richiede maggior impegno rispetto a Windows, ma la documentazione disponibile dovrebbe consentire a praticamente tutti di installare Mandrake con facilità Esistenza, qualità e completezza della documentazioneMandrake fornisce diversi manuali tradotti in più lingue, non tutti in italiano. La traduzione dei manuali è affidata a volontari, per cui l'esistenza di un manuale nella propria lingua dipende dall'attività delle comunità locali di traduttori. I manuali sono numerosi e dettagliati, di sicura utilità. Possibilità di assistenza onlineSul sito ufficiale sono attive alcune mailing list e, a pagamento, esperti forniscono supporto per telefono. L'aspetto comunitario è molto presente in Mandrake che, nonostante qualche problema finanziario, continua a garantire una download edition completamente opensource. Inoltre la comunità stessa fornisce supporto agli utenti in difficoltà tramite Mandrake Expert, un servizio di consulenza gratuito. Pagando per il supporto Mandrake garantisce tempi certi di risposta. Sul sito una sezione è dedicata agli aggiornamenti per la sicurezza. Inoltre sono previste attività di formazione. In generale esistono molte forme di supporto, che è poi il valore aggiunto che consente a Mandrake di acquisire le risorse necessarie per lo sviluppo della distribuzione. La pagina iniziale aperta all'avvio di un browser richiama tutte le possibilità di supporto previste da Mandrake con i link relativi. Cosa ne pensiamoIn generale si può affermare che Mandrake abbia fatto ogni sforzo per semplificare la procedura di installazione, che risulta semplice, con help abbastanza chiaro ed esaustivo, consentendo di riconoscere automaticamente la quasi totalità dell'hardware attuale, cosa non sempre vera per le altre distribuzioni. Anche per l'utilizzo successivo l'obiettivo è quello di predisporre il sistema per un uso prevalente se non esclusivo tramite l'interfaccia grafica, predisponendo strumenti adeguati ove la già consistente dote di GNU/Linux mostrasse delle lacune.
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Last Updated on Thursday, 27 September 2007 07:46 |