PC obsoleti |
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Venerdì 07 Settembre 2007 10:10 | |
There are no translations available. Vi sono differenti prospettive in itinere per l’hardware dismesso: lo smaltimento, il ricondizionamento o o il riuso integrale. Lo smaltimento. L’elevata quantità di computer dismessi (si tratta di circa 130 milioni di computer all’anno, in crescita) costituisce un problema ambientale di non facile soluzione. Nei computer sono contenuti materiali inquinanti e quindi richiedono uno smaltimento differenziato. Alcuni stati hanno cominciato ad occuparsi normativamente del problema. Negli Stati Uniti una legge prevede una tassa sui computer nuovi da destinarsi allo smaltimento. In rete è inoltre disponibile uno studio delle Nazioni Unite sull’impatto ambientale dei PC dismessi. Anche a livello europeo sono state emanate due direttive, la 2002/95/CE e la 2002/96/CE del 27 gennaio 2003 che trattano rispettivamente della riduzione delle sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche e del recupero e riciclaggio delle stesse apparecchiature. In Italia il tema è regolamentato dal decreto Ronchi, ma è opinione comune che dovrebbero essere create opportune infrastrutture di smaltimento che per il momento sono pochissime. Anche alcune grosse aziende si sono cimentate con questo problema; IBM ad esempio ha lanciato un programma specifico di riciclaggio dei propri prodotti dismessi. I “Raee” (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) dovrebbero subire un trattamento e recupero differenziato ad hoc con oneri economici posti a carico dei produttori e distributori delle apparecchiature nuove. L’obbligo decorre dal 1 luglio - 13 agosto del 2006 (Dlgs 151/200). Il Legislatore ha però modificato questo obbligo posticipando (Dl 28 dicembre 2006, n. 300) la partenza del “Sistema Raee” alla data di emanazione di alcuni decreti attuativi - diramati dal Ministero il 25 ottobre 2006 - del Dlgs 151/2005 ed al massimo entro il 30 giugno 2007. In pratica è stata introdotta una proroga al termine del 13 agosto 2006, già spostato al 31 dicembre 2006 dal Dl 173/2006. Un ulteriore contributo per capire se il rifiuto high tech è un problema o una risorsa si può trovare nell’articolo comparso su Happy Web Online dal titolo “Rifiuto High Tech? Per noi è un affare”. Il ricondizionamento. Un secondo aspetto è quello di un possibile recupero dell’hardware obsoleto in vista di un suo riutilizzo (il Dlgs 151/2005 ne parla utilizzando il termine “reimpiego”). Il riuso. In opportune condizioni, per allungare la vita di un PC non è necessario ricondizionarlo, ma è possibile il reimpiego utilizzandolo nelle condizioni in cui si trova. Il software opensource ha le migliori caratteristiche di configurabilità e costi per essere adottato su pc ricondizionati. Ovviamente non è possibile installarvi un sistema operativo e programmi aggiornati, ma si possono comunque pensare utilizzi adeguati:
L’osservatorio Tecnologico, utilizzando tale tecnologia, ha avviato il Progetto F^3S che prevede il riuso di PC dismessi dagli uffici scolastici utilizzando software open source. Possibili utilizzi per le scuoleA fronte di un notevole ritardo rispetto agli altri paesi occidentali, le scuole italiane negli ultimi anni si sono dotate di strumenti informatici per segreterie e studenti. Ciò è stato possibile grazie allo stanziamento di contributi statali specifici. Allo stato attuale l’importanza della presenza di adeguate strutture tecnologiche è ormai riconosciuta da tutti e fette sempre più consistenti dei bilanci scolastici vengono destinati a questo tipo di acvquisti. In tale situazione potrebbe sembrare inutile o poco significativo parlare di recupero di ricondizionamento di vecchio hardware per un utilizzo scolastico. In realtà la situazione delle dotazioni informatiche delle scuole, seppur migliorata rispetto solo a pochi anni fa, non è certamente ottimale. Il rapporto alunni/PC è nella maggior parte dei casi ancora tropo elevato e la carenza di computer è sentita soprattutto in quegli istituti formati da diversi plessi che non riesco a fornire di dotazioni tecnologiche le strutture più periferiche. In queste situazioni la scuola può prendere in considerazione l’ipotesi di acquisire pc obsoleti o ricondizionati a prezzi contentuti o sottoforma di donazioni da parte di soggetti (enti, aziende, scuole più aggiornate) che devono provvedere allo smaltimento di macchinari considerati obsoleti. Acquisire pc obsoleti è una strada praticabile che spesso può risolvere (o integrare) in maniera semplice ed economica alcune situazioni di deficit di infrastrutture tecnologiche delle scuole. Ecco solo alcuni dei vantaggi e delle soluzioni tecniche realizzabili:
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Ultimo aggiornamento Mercoledì 03 Ottobre 2007 08:27 |