Conclusioni |
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Wednesday, 12 September 2007 07:16 | |||
Un IT manager di una PA si domanderà dunque: "In che misura o in che condizioni il software sviluppato da un'amministrazione corrisponde al modello di sviluppo a codice sorgente aperto?" Se si analizzano i processi di sviluppo, acquisizione, installazione del software e le risorse coinvolte (umane, organizzative, progettuali, finanziarie, distributive e d'informazione), proprie del nuovo modello di sviluppo OSS - definito bazar, in contrapposizione al modello tradizionale di costruzione della cattedrale [14] - si riscontra che esso si basa sui contributi di migliaia di programmatori che lavorano in modo totalmente volontario, scambiandosi idee e file attraverso Internet, e giungono in assenza di autorità centrale a realizzare programmi complessi. In realtà, i progetti di successo (uno per tutti Linux) si sono aggregati intorno a figure carismatiche, come appunto Linus Torvalds. La constatazione che i progetti più riusciti e i software più affermati sviluppati nel paradigma OSS siano software di sistema (Sistemi Operativi, web server, mail system, linguaggi, ecc.) spinge, inoltre, a pensare che tale modello abbia retto poiché di fatto la comunità spontanea degli sviluppatori condivideva le conoscenze dei requisiti e dell'architettura oggetto dello sviluppo [5] . In sintesi, è semplicistico pensare che nella PA sia possibile, senza sforzo iniziale e competenze interne, beneficiare di aggiornamenti e potenziamenti gratuiti, nel quadro di un sistema a codice sorgente aperto, a meno che non siano rispettare precise condizioni di sviluppo, quali [2,6,7] :
D'altronde molte di queste considerazioni valgono anche per gli sviluppi proprietari. Forse il paradigma OSS può contribuire ad applicare buone regole troppo spesso solo enunciate e ad attivare un ciclo virtuoso di sviluppo del software, in un modello di business originale e promettente. La partita è aperta e, specialmente nella Pubblica Amministrazione, avvincente. Bibliografia[1] ATICA (Agency for Information and Communications Technologies in the Civil Service): Guide to choosing and using free software licences for government and public sector entities, December 2002. [2] European Commission - DG Enterprise: Study into the use of Open Source Software in the Public Sector An IDA Study - Interchange of Data between Administrations, June 2001. [3] Faglioni G. et al: P.A.O.S - Osservatorio Software Opensource nella Pubblica Amministrazione http://www.paos.it/ [4] Free Software Foundation http://www.fsf.org . [5] Fuggetta. A.: Open source software: an evaluation, Journal of Systems and Software, Volume 66, Issue 1, Pages 1-90, 2003. [6] Grasso F. - Autorità per l'informatica nella pubblica amministrazione, Il Software Open Source (OSS) - scenario e prospettive, Giugno 2002 - N. 10 - supplemento al N. 3/2002 di Informazioni. [7] International Institute of Infonomics University of Maastricht,,Berlecon Research GmbH Berlin: FLOSS (Free/Libre and Open Source Software: Survey and Study) - June 2002. [8] Meo A., Berra A.: Informatica solidale, Bollati Boringhieri, 2001 [9] Meo, A. R.:Software libero e Opensource, Mondo Digitale, n. 2, pg.3-16, 2002 [10] MOCKUS A. et al: Two Case Studies of Open Source Software Development: Apache and Mozilla, ACM Transactions on Software Engineering and Methodology, Vol. 11, No. 3, July 2002, Pages 309-346. [11] Netcraft survey http://www.netcraft.com/ [12] Open Surce Initiative http://www.opensource.org . [13] OPEN SOURCE SOFTWARE - USE WITHIN UK GOVERNMENT Version 1 Date: 15/7/02 http://www.govtalk.gov.uk/documents/oss_policydocument_2002-07-15.doc. [14] Raymond E.: The Cathedral and the Bazaar, Paperback edition, 2001. [15] Russo P., Sissa G.: Il Governo Elettronico, Apogeo 2000.
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Last Updated on Thursday, 20 September 2007 10:08 |