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Il fenomeno del software libero è complesso ed investe molti aspetti: tecnologici, culturali, ideologici, di business e di modello di sviluppo.

Per approfondire questo tema è necessario descrivere le diverse tipologie di software, per poter comprendere le diversità fra le varie licenze. Nel software libero molti concetti vengono "rovesciati" rispetto al software proprietario. Invece che di copyright si parla di "copyleft" . L'adozione del paradigma Opensource, comporta vantaggi e svantaggi.

VANTAGGI

L'adozione di OSS(Open Source Software) porta normalmente ad un risparmio iniziale in termini di costi. Un confronto economico corretto deve essere però compiuto non solo sulla spesa iniziale, ma tra il TCO (total cost of ownership) delle soluzioni open source e il TCO delle soluzioni proprietarie. Oltre al costo delle licenze, nel TCO confluiscono le spese dei servizi di supporto, della formazione, i costi di migrazione, d'installazione e di gestione.

Un elemento a favore dell'OSS è l'indipendenza dai fornitori,che consistente nel poter affidare il supporto di un prodotto open source a un'azienda scelta dal cliente, laddove nel mondo del software proprietario solo il produttore (o un suo partner autorizzato) può supportare il proprio software.

Disporre inoltre del codice sorgente dei programmi utilizzati all'interno della propria organizzazione permette (anche se non garantisce) un grado maggiore di sicurezza.
Sono infatti più agevoli i controlli interni (ove nei software proprietari ci si deve affidare ai produttori) alla ricerca di eventuali "back door" o debolezze sfruttabili da attacchi esterni.

In generale, il software open source è più adatto ad essere personalizzato o esteso come funzionalità rispetto a un software proprietario.

SVANTAGGI

La portabilità invece è un punto a sfavore degli OSS. Le diverse distribuzioni di Linux contengono versioni differenti delle stesse librerie (esempio: glibc, pthreads, libm Xt, ncurses), per cui gli sviluppatori hanno difficoltà nel garantire la portabilità delle loro applicazioni. Programmi basati su una determinata versione delle librerie (ad esempio glibc 2.1) possono avere problemi con una distribuzione del sistema operativo che usi glibc 2.0 o glibc 2.2.

Sempre a sfavore citiamo la bassa compatibilità con standard commerciali.
Il modello attuale di distribuzione del software open source, economicamente basato sull'offerta di servizi piuttosto che sulle licenze, è rischioso in un mercato aggressivo come quello dell'IT. Per questo motivo, alcuni distributori di OSS si trovano in difficoltà. Ad esempio, Great Bridge, (creatore di PostGreSql) ha dovuto dichiarare fallimento. Anche grandi distributori di Linux come SuSE e Red Hat hanno avvertito difficoltà.

Infine la principale difficoltà, come riconosciuto dalla stessa comunità internazionale di utenti Linux, è la mancanza di driver: la maggioranza dei produttori di periferiche non forniscono driver per Linux, dunque la lista dell'hardware compatibile è limitata ai dispositivi a cui la comunità degli sviluppatori open source ha accesso. Quando viene lanciata sul mercato una nuova periferica, occorrono mesi prima che i driver siano disponibili, ammesso che i produttori forniscano le interfacce necessarie per lo sviluppo dei driver stessi; il problema è particolarmente evidente per le schede video e per i modem.

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